Dell’“ignobile mattanza” spuntano nuovi video e l’inchiesta della Procura si allarga. Sono i filmati delle telecamere di sorveglianza, che aggiungono materiale al maxi processo che 52 imputati, tra guardie penitenziarie e personale medico, affronteranno a breve.
Nel primo filmato i detenuti stanno seduti sulle sedie accostate al muro, nella stanza definita “aria socialità”. Hanno l’aria calma, in attesa che la perquisizione finisca. Poi si apre la porta in fondo, entrano un paio di agenti di Santa Maria e quattro o cinque di quelli del gruppo di rinforzo in tenuta antisommossa, con caschi, scudi e manganelli. Alla loro vista i detenuti capiscono immediatamente cosa sta per succedere, si alzano dalle sedie e cercano riparo arretrando fino al lato opposto della stanza, rimanendo di fatto imprigionati in un angolo, dove iniziano a prendere manganellate. Un recluso prova a ribellarsi, non a reagire: solo a ribellarsi, e viene perciò punito, con tanta forza che un poliziotto, solo uno, sembra opporsi: Più volte si frappone tra i colleghi e i detenuti, più volte ferma il braccio di chi sta abbattendo l’ennesimo colpo.
Un altro video mostra un detenuto che sviene, rimane a terra e viene soccorso con assoluta calma da agenti e medici. Se ne vede anche un altro: gettato a terra sulle scale, rialzato a forza, e colpito. Ancora.
Altro video, ancora la sala della socialità. Tre detenuti fermi al centro, con le mani alzate. Per uscire devono passare in mezzo a un gruppo di agenti fermi davanti alla porta. Provano, ma prima di arrivare nel corridoio, ognuno non può evitare pugni, schiaffi e calci. Venti contro uno nel corridoio delle celle e tre contro uno nel vano scala.
Le immagini risalgono al 6 aprile 2020, quando ci furono le “perquisizioni straordinarie” dopo la protesta: una punizione perché il giorno prima c’era stata una protesta perché mancavano le mascherine e tra i detenuti si era creato il timore che ci fosse un positivo in cella.
Come si evince dalla video-inchiesta pubblicata da Repubblica, gli agenti irrompono all’improvviso mentre i detenuti stanno giocando a biliardino: muniti di caschi, manganelli e scudi, ordinano ai reclusi di mettersi “tutti faccia al muro”, poi iniziano il pestaggio. Durante il pestaggio un agente addirittura si serve (anche) delle stampelle di uno dei detenuti per picchiarne un altro. Infine, tentano di rimettere in ordine la stanza.
Un altro video ancora mostra gli agenti compiaciuti dopo avere picchiato i detenuti del reparto Nilo: battono i manganelli sugli scudi come gesto trionfale.