Doppia vergogna per la Comunità Montana di Gardone Val Trompia, nel Bresciano, dove oltre 20 persone, tra dirigenti e impiegati dell’ente, si sono riuniti a pranzo attorno allo stesso tavolo, con menù a base di spiedo bresciano e uccellini la cui caccia è vietata. All’arrivo dei carabinieri, non paghi, i rappresentanti delle istituzioni hanno anche tentato di nascondere le padelle sotto il tavolo. Un fatto gravissimo che ha sommerso i protagonisti con polemiche e richieste di dimissioni.
Un raduno sotto gli occhi di tutti
L’irregolarità nelle misure anti-covid e delle leggi a tutela della conservazione è avvenuta nella sala della sede della Comunità Montana. Impiegati e funzionari avevano cucinato nelle rispettive case le specie protette, per poi trasportarle in uno dei luogo simbolo del rispetto delle regole.
A spingere a un controllo i carabinieri è stata probabilmente la segnalazione di qualche residente della zona, dato che il viavai di persone e pentole sarebbe stato notevole. Chissà cosa ne pensano i detrattori di Alessandro Gassmann, sepolto dalle critiche giorni fa per aver espresso su Twitter il dubbio se denunciare o meno un party dal suo vicino di casa.
Lo “spiedo bresciano”
Lo ‘spiedo bresciano’ è un piatto tipico di carne che contiene manzo, maiale, pollo, coniglio, selvaggina e, appunto, uccellini. Peccato che, dal 2014 è vietato cacciare allodole, tordi, beccafichi o fringuelli e proprio alcune di queste specie erano protagoniste della serata. Probabile frutto – tra l’altro – di caccia di frodo degli stessi esponenti della Comunità Montana. I carabinieri hanno sequestrato una cinquantina di uccellini già cotti.
La cultura dell’illegalità
La Lega per l’abolizione della caccia ha commentato a Repubblica.it: “Si tratta dell’ennesimo sintomo della ridottissima percezione dell’illegalità venatoria esistente nelle valli bresciane, non a caso al primo posto in Italia, e ai primi in Europa, per l’incidenza del bracconaggio. Ma è anche un esempio del disprezzo per i sacrifici che la maggior parte delle persone ha fatto e continua a fare nell’era del covid, senza pensare a organizzare un pranzo collettivo illegale in un Ufficio tecnico o in una sala consiliare”.
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